"Questioni di genere" tra Costituzione e corpo delle donne

L'obiettivo di interrogare la disciplina costituzionale circa il rapporto tra corpo delle donne e mercato è parso fin da subito sfidante perché non solo si confronta con la mancata presa di coscienza giuridica delle diversità dei due sessi, ma anche con la posizione di soggezione della donna all’uomo. Ne discende la costruzione di un assetto ordinamentale peculiare perché sussistono condizioni (violenza sessuale, prostituzione, procreazione) che riguardano precipuamente un sesso e che dunque devono essere analizzate, disciplinate e tutelate non in maniera asessuata ma attraverso le lenti di quel sesso. Invero, quando l’ordinamento costituito non garantisce, sia pur implicitamente, la tutela di alcuni diritti fondamentali o supremi come dignità, eguaglianza, salute, cade nell’errore di permettere una organizzazione gerarchica fra le persone. Non riconoscere la pari dignità sociale della componente femminile della società consentendo la mercificazione del corpo che le stesse abitano, significa trattare non quelle donne, ma tutte le donne come se fossero meno degne di considerazione rispetto all’essere umano in generale